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Elemento invernale

di


Se mi baci sulla bocca piango,

ed è inverno

se mi baci sul collo rido,

è primavera

Mi baci sul seno e sospiro,

è estate

poi mi baci il ventre e socchiudo gli occhi,

è autunno


Temperamenti - Elementi - Stagioni


Lo studio dei temperamenti umani risale all'epoca dell'antica Grecia, lo dobbiamo a Galeno (129 - 201) e a Ippocrate (460 - 375 aC) con la sua teoria degli umori (i 4 liquidi che governavano il funzionamento umano: linfa, bile nera, bile gialla e sangue) ed è legata all'osservazione dei quattro elementi: terra, acqua, aria, fuoco.

Paracelso (1493-1541) unisce poi al carattere scientifico una visione spirituale, per arrivare poi agli studi di Goethe e Shiller (teoria dei colori e dei temperamenti) che ispira, insieme alle basi provenienti dal mondo greco-romano, Rudolph Steiner nella formulazione delle basi dell'antroposofia.

L'antroposofia di Steiner, con continui e forti collegamenti al mondo cristiano, individua quattro temperamenti:

malinconico, flemmatico, sanguigno, collerico

Quattro temperamenti, quattro organi (dove per gli antichi c'erano quattro umori), quattro elementi (perfettamente in linea con teoria dei quattro elementi occidentale).


Precedente è la visione della medicina tradizionale cinese. Anche qui l'esigenza comune è quella di trovare analogie e collegamenti per individuare tipologie fisiche e caratteriali della persona. Qui i tipi individuati sono cinque, uno per stagione (in Cina va ricordato che è riconosciuta una quinta stagione, alla fine dell'estate), uno per elemento (non più la concezione quaternaria occidentale ma terra, fuoco, legno, acqua, metallo secondo i principi del Feng Shui).


Anche nella tradizione indiana ritroviamo la stessa esigenza di individuare delle nature costituzionali con i tre Dosha dell'ayurveda: Vata, Pitta, Kapha. Anche qui 5 elementi, che combinati guidano i dosha senza rappresentarli in modo univoco come nelle altre tradizioni:

Etere e Aria per Vata

Terra e Acqua per Kapha

Fuoco e Acqua per Pitta


Le diverse tradizioni mediche hanno spesso punti d'incontro. Le intuizioni di Steiner, che ritrovano moltissime correlazioni con le tradizioni e i simboli cristiani, hanno ad esempio dei punti d'incontro con i più complessi e antichi studi della medicina tradizionale cinese. In un'era contemporanea che vede un rifiorire di scuole ad ispirazione Steineriana (pedagogia waldorf), non ci sono moltissime letture e studi che incrocino i moderni saperi della tradizione cinese e l'antroposofia in cerca di punti d'incontro ed evoluzione.


Per quanto sia una scienza "debole" (priva dei fondamenti scientifici e dei riconoscimenti della medicina cinese che già da tempo ha trovato una comunicazione con la medicina occidentale classica), nella nostra cultura occidentale, dove siamo stati abituati a distinguere e ricercare nature costituzionali (al di fuori della genetica), indole personale e carattere tramite le ormai inflazionatissime (e perlopiù imprecise) informazioni date dall'astrologia, la teoria dei temperamenti è di fatto l'unica "scienza" sul tema occidentale di nascita, con radici profonde sia nella storia greco romana (origine della nostra cultura e tradizione) sia in quella cristiana che ancora domina nel nostro mondo "laico".

In una modernità in evoluzione, si confida che la predisposizione alla comunicazione sia sempre maggiore. Sia da parte della scienza tradizionale nei confronti di saperi e intuizioni che poggiano le basi nei suoi stessi luoghi (usando quindi riferimenti, cibi, tradizioni e un linguaggio comuni), che da parte dell'antroposofia nei confronti di saperi a lei precedenti e di quei punti d'incontro che lasciano intuire un terreno di lavoro comune.


Ci divertiremo stagione per stagione, in modo amatoriale e senz'altro più intuitivo che scientifico, a tracciare quelle linee tra i punti in comune che emergono tra le righe delle letture. Ci fermeremo a raccontare quelle analogie e differenze che intercorrono tra i diversi studi, nati tutti con lo stesso principio motore di fondo: individuare tipologie che ci guidino all'armonia (fisica, mentale, spirituale) e creare legami tra uomo ed elementi naturali.

A ognuno la libertà di trovare e indagare la sua "scuola" di pensiero affine, di dare fiducia o meno a un "metodo". Sempre, ci auguriamo, con l'animo critico e attento che mette in dubbio gli assolutismi, pronto a riconoscere i punti di risonanza con la propria esperienza, aperto a considerare il pensiero altrui e approfondirlo per curiosità.




Elemento Inverno


Se fosse un momento del giorno, senz'altro la notte o le prime ore del mattino.

Ore per la contemplazione, la pazienza, dall'energia femminile.


Nella tradizione cinese all'inverno sono legati l'Acqua, il clima umido e freddo, l'energia dello Yin. Gli organi collegati sono rene e vescica. il colore, il nero.

Il carattere dominante potrebbe essere quello flemmatico, che trae l'origine del suo nome dal flegma che per Ippocrate era la linfa del cervello.


Per Steiner la correlazione più forte per il periodo invernale è però quella con l'elemento Terra: il momento in cui la terra si arricchisce e impregna di sostanze saline per la primavera, i semi riposano e la terra è il simbolo del nuovo inizio (chiusura dell'anno vecchio e inizio del nuovo).

Il carattere dominante nell'antroposofia sembra essere il malinconico, gli organi collegati i polmoni (anche se la medicina cinese collega al polmone l'autunno, l'energia emotiva del polmone è la tristezza, facile da ritrovare in diverse sfumature sia nel temperamento malinconico che nel flemmatico)


Ritroviamo l'inverno anche in ayurveda nel Dosha Kapha , per tradizione individuato con gli elementi: umido, freddo, pesante, stabile, solido, untuoso, lento. Tutte caratteristiche che possiamo facilmente correlare genericamente al temperamento malinconico e flemmatico.

Non a caso, gli elementi naturali che guidano Kapha sono Acqua e Terra.

Anche Kapha è correlato alla flemma-flegma che gli conferisce fluidità e un eccesso di muco in stato di disequilibrio.



Emerge un elemento inverno terreno e solido, con una fluidità liquida femminile che è una promessa di una fertilità non manifesta. Il ritratto di una terra umida che riposa, nella fiducia e nella contemplazione.

Niente della sfacciata luce delle giornate di sole, tutto nel carattere e nello spirito si gioca tra le ombre della notte, l'alba fredda, il non detto, tutto quello che è in potenza, sotto la neve, in placida e sicura attesa.


Abituati ad augurarci lunghi tempi di riposo estivo dovremmo ritrovare la pace salutare del riposo invernale. Dove starebbe bene la preparazione per le stagioni successive, per il rifiorire, abbiamo stipato le aspettative dell'intero anno, perché il tempo più rigido per godere del fuori ha fatto fiorire fin troppo tutto il dentro dei mondi professionali e accademici, in un lavorio senza sosta che si è dimenticato delle lunghe notti invernali, della sera riflessione un po' nostalgica e depressa delle buie cinque di sera.

La paura dello spirito invernale, quell'infantile timore del buio, è rimasta, ma abbiamo imparato ad annientarla, illuminarla, smentirla.

E ora che anche le nevicate sono sempre più rade, dove finirai nostalgico freddo inverno mio? Ci sarà più qualcuno capace di viverti nel pieno della tua buia pienezza senza per forza vederci un baratro? Perché il sottoterra è la culla morbida del nuovo, la casa del verme e del seme; ma forse abbiamo dovuto seppellire troppo e troppo in fretta per poterlo ricordare. Sottoterra c'è solo la morte per chi non conosce la tua poetica forza, inverno bello e curativo.

Portaci anche quest'anno, non troppo in fretta, verso nuove fioriture e nuove battaglie.

I tuoi morti sono il seme per domani, il tuo silenzio la preghiera che unisce tutti, la tua linfa mantiene tutto fertile e pronto per il prossimo sole.

















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