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Ho un vivido ricordo delle passeggiate estive al Parco delle Cave.
Misuravo la voglia di fine scuola con l’avvicinarsi del mio compleanno e quelle spensierate camminate nel nuovo verde baggese aiutavano a scoperchiare nuovi pensieri.
Ogni tanto mi avventuravo e andavo oltre partendo da Gambara provando a raggiungere il centro passando per via Trivulzio e poi piazza Piemonte, Corso Vercelli, Conciliazione e via così.
Facile. Sempre dritto fino al buco del mondo.
E guardandomi in alto: balconi spogli, decorazioni Liberty, sporgenti edere decennali, stendini colorati.
Il buco del mondo era piazzale Cordusio dove da piccolo mia madre un giorno mi strinse le spalle all’improvviso per girarmi di scatto e sorprendermi con la vista del Duomo.
Sebbene fossi pregno di una vivacità tutta estiva, tenevo con me quella malinconica verve autolesionista che mi portava a sperare che piovesse. Che razza di insoddisfatto.
Brutta reazione allo stato bello delle cose, pensavo. Soprattutto in estate.
Trovavo rifugio nel pessimismo cosmico di Schopenhauer, ma l’istante dopo risollevavo i miei cupi pensieri ricordando i suoi consigli per una vita felice.
Una tra le mie preferite? Quando per la prima volta la scoprii, mi dissi: sono io, questa l’ha scritta per me: Smettila di preoccuparti dei risultati. Insieme a Segui il tuo istinto.
Ok, a posto.
Caro Diario -1993
Riprendo il mio giro.
L’estate con i suoi 32 gradi (da tenere a mente che 32 gradi baggesi equivalgono a 38 del resto del mondo) mi avvolgeva tutto come fossi il suo unico obiettivo umano, mi diceva anche guarda che ti mollo solo all’imbrunire e lì, non ti credere, ti aspetteranno le zanzare in formato XL.
Ma non m’importava; infondo la scuola era finita, potevo dedicarmi all’ozio e al principio della lentezza quando ancora la lentezza non si chiamava SLOW quindi in forma totalmente pura.
Seneca, Cicerone, Russell, Petrarca: mentori per il mio ozio contemplativo.
La migliore condizione di vita possibile, come la definiva Petrarca.
La tranquillità di spirito al Parco delle Cave, devo ammettere, rappresentava solo un inizio.
Le mie consapevolezze erano agli esordi, ma in quanto a otium, beh, me la cavavo già bene.
Uno dei miei obiettivi era raggiungere a piedi Cascina Linterno. Immersa nel Parco delle Cave ospitava la casa dove il Petrarca trascorse i suoi soggiorni estivi.
Un tempo era tutta campagna.
Un po’ anche adesso.
«Petrarca [...] per darsi in preda alla giocondezza della vita solitaria si scelse un luogo remoto, detto Linterno. Giace questa villetta in distanza di poco più che una lega da Milano, fuori della Porta Vercellina, e circa un quarto di miglio dalla Certosa di Garignano[...]
Le estati anche a Baggio potevano rivelarsi meditative.
Il caldo da cui ci si riparava con spesse tende verdi ai balconi di cemento non era poi così male.
Quel rito del mettere le tende ai balconi con i nonni insieme al mio giro al Parco sancivano ufficialmente l’inizio dell’estate. Forse era il 21 giugno, forse no. Ma l’estate era iniziata.
E io volevo solo oziare. Ovviamente nel suo più puro e alto significato.
E essere felice.
sul comodino d'estate:
I venerdì del Petrarca, Francisco Rico
La traversata di Milano, Maurizio Cucchi
Stendhal a Milano, La grande arte di essere felici
Canzoniere, Francesco Petrarca
L’arte di essere felici, Arthur Schopenhauer
Aforismi sulla saggezza del vivere, Arthur Schopenhauer Oscar Mondadori
Consigli sulla felicità, Arthur Schopenhauer
La tranquillità dell’animo, Seneca
Sulla felicità, Seneca
Elogio dell'ozio, Bertrand Russell
La conquista della felicità, Bertrand Russell
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