con
Sara @lanaturachevorrei
In un momento storico nel quale termini come "naturale", "uscire", "scuola" e "contatto" mutano di significato e acquisiscono sfumature e ombre che mai prima avevamo sperimentato, noi torniamo a parlare di educazione e bambini.
Abbiamo, e avrete, assistito a un pullulare necessario e improvviso di realtà educative outdoor e libertarie, proprio per far fronte a un momento delicato a livello sociale, nel quale ci sembra che la scuola, insieme a tante altre istituzioni, sia stata messa nella posizione di dover cambiare la sua forma.
Per molti la soluzione è intravista tra le reti della DAD e dell'online come realtà parallela, sicura, infallibile. Per altri, la direzione da prendere e quella che indica il bosco, il giardino, il sentiero, l'orto... lì dove è l'aria fresca a garantire quella sicurezza e quella risorsa che poi, casomai, l'online può arricchire e implementare.
Mentre famiglie e classi cercano la propria strada, ho chiacchierato con due simpatiche donne in due luoghi diversi d'Europa, delle loro esperienze.
Sara, in arte @lanaturachevorrei, è nata e cresciuta in un piccolo paesino di fronte al mare in
Liguria. Dopo essere diventata madre, come succede a molte, ha iniziato a esplorare il mondo di educazione, pedagogia, infanzia, facendosi domande sulle offerte che le scuole intorno a lei offrivano e cercando la strada migliore per la sua famiglia.
Sempre presente in lei, come mamma e persona, il forte desiderio di connessione con la natura, non sempre immediato sulle coste e colline iper sfruttate della riviera ligure (e del territorio italiano in generale).
foto credit @lanaturachevorrei
Come mamma perché hai scelto un percorso di outdoor education per tua figlia?
Continuerete negli anni?
Quando Lucilla si stava avvicinando ai 3 anni, ho fatto ricerche su asili nel bosco su
internet e mai avrei pensato di trovarne ben due vicino a noi!
La Liguria è bella per tante cose, ma spesso siamo legati a tradizioni, come in molte altre parti d'Italia.
Fortunatamente, negli ultimi anni le cose stanno cambiando anche qui.
Per Lucilla, lo confermo, non avremmo potuto fare scelta migliore!
Il nostro desiderio per lei è stato da sempre quello di farle vivere esperienze il più possibile a contatto con la natura... La nostra più grande maestra (in tutto)!
Vederla felice è sempre stata la gratificazione più grande.
Sicuramente continueremo su questa strada anche per il prossimo salto di crescita che è la primaria...
Inoltre da due anni organizzo eventi per bambini e adulti in natura.
Spesso nascono belle collaborazioni con altre persone unite dallo stesso fine.
Ho iniziato con Fabio @fescion.farmer che possiede una piccola realtà agricola nelle alture di San Massimo di Rapallo.
Con lui abbiamo iniziato un piccolo progetto, che potesse far vivere ai bambini (e anche ai genitori) la vera vita del contadino e del fattore.
La passione per la terra, la fatica che si fa per mandare avanti le coltivazioni senza l'utilizzo di pesticidi e l'amore per gli animali.
foto credit @lanaturachevorrei
Cosa hai osservato nel lavorare con i bambini durante i laboratori? In positivo e
negativo...
I bambini vivevano tutto in prima persona, zappando, seminando, dando da
mangiare agli animali e scoprendo dalle parole di Fabio l'importanza di dare valore
alla Terra in cui viviamo... ed ho sempre visto visi felici e braccia vogliose di fare, di
sporcarsi, di stancarsi... questo mi ha sempre dato la prova che dalle cose semplici
possiamo davvero trovare la felicità..quella Vera!
Subito dopo la quarantena, mi è stato proposto di collaborare ad un progetto
presso l'Asilo nel Bosco di Rapallo @lalberomaestrorapallo , una grande opportunità.
foto credit @lanaturachevorrei
I laboratori che svolgo con i bambini sono semplici attività creative, dove il bambino
ha la possibilità di riconnettersi con la propria fantasia e manualità; creando piccole
opere d'arte, spesso attraverso materiali di recupero provenienti dalla stessa natura
(foglie, pigne, ghiande etc.).
Incontro bambini appassionati e già abili nell'utilizzare forbici, colla e la propria
fantasia...altri invece si fermano dopo pochi minuti o addirittura non iniziano neppure
le attività e le risposte sono spesso "non ce la faccio".
In effetti, trovare giochi pronti (tablet, etc.) come la società di oggi propone è
sicuramente più facile e ci allontana sempre di più dall'essere semplici.
Riattivare in loro la voglia di fare e di mettersi in gioco, la curiosità verso tutto ciò che ci circonda è sicuramente il mio scopo in questa grande avventura con i bambini.
Credo che, rivivere esperienze semplici fatte di terra, alberi, ruscelli musica e animali,
possano ristabilire nuovamente il contatto forte con ciò di cui abbiamo veramente
bisogno.
foto credit @lanaturachevorrei
Perché il nome "LaNaturaCheVorrei"?
LaNaturaCheVorrei è un nome che ho scelto perché rappresenta al meglio ciò che
sento e che sono... a parole forse non riesco a descriverlo e così vi racconto di quella
volta che, presa da mille paure, dubbi, tristezza e sconforto, ho preso zaino e
scarponcini e sono andata nel bosco... trovando la pace, la soluzione e quel senso di
appartenenza e di accettazione al tutto.
Ho compreso, e spesso lo dico a mia figlia che "la natura è la strada giusta per la
felicità".
Doniamo questa possibilità ai nostri figli e nulla d'altro.
foto credit @lanaturachevorrei
“We are all meant to be naturalists, each in his own degree, and it is inexcusable to live in a world so full of the marvels of plant and animal life and to care for none of these things.”
-Charlotte Mason-
L'outdoor education nasce come realtà in nord Europa e viene ormai replicato con successo in diverse parti del mondo, Italia inclusa. L'idea di apprendere all'aperto e usare il mondo naturale come "aula senza confini" è la base di un'educazione che vede nelle esperienze, nell'esplorazione e nella curiosità le basi del crescere.
Le attività all'aperto si integrano spesso anche in altre filosofie educative e ci sono asili e scuole comunali e non che hanno da sempre particolare occhio di riguardo alla possibilità di uscire, giocare all'aperto, esplorare. Molto dipende dalle possibilità offerte dell'edificio scolastico, dagli insegnanti, dalla flessibilità concessa dai programmi statali.
Molte realtà di Scuola nel bosco presentano l'estremo dell'outdoor education dove non si trovano rifugi o luoghi chiusi per alternare le attività all'aperto, quasi fosse un simbolico "fuggire" dalle mura della classe. Una necessità, quantomai attuale, che tanti sentono come strada univoca per la scelta di crescere a contatto con la Natura.
Interessanti spunti arrivano ancora una volta dal mondo scandinavo, in Svezia. Ne ho parlato con Suzana, che lavora da qualche tempo in un asilo nel bosco comunale della sua regione.
foto credit @lanaturachevorrei
Che ruolo ricopre la natura nell'educazione scandinava?
L'outdoor e la natura hanno sempre avuto un ruolo molto importante nel curriculum nordico/scandinavo, sia nelle scuole private che comunali.
Io stessa sono cresciuta cosi, passando tempo fuori con qualsiasi clima.
In Svezia c’è infatti il proverbio che dice “non esiste cattivo tempo, solo cattivi vestiti!"
Ero quindi pronta di lavorare in un ambito simile a quello che avevo frequentato quando ho iniziato a lavorare part-time in un asilo (comunale) nel bosco vicino a casa.
Finché ho notato che l’asilo dove “per caso” ero capitata non era un asilo qualsiasi ma un asilo speciale…dove non solo si gioca e si fa la merenda fuori, ma dove si fa pure il pisolino dopo pranzo fuori in sacchi a pelo su lettini di legno, in qualsiasi stagione e con qualsiasi clima!
photo credit Förskolan Högkullen
Di che progetto si tratta?
Questo asilo molto particolare si chiama “Högkullen" e fa parte di un progetto pilota lanciato dal comune Örkelljunga, in Scania, nel sud della Svezia.
Un progetto che ha coinvolto ricercatori, politici, educatori, genitori e gli stessi bambini per creare quello che è stato definito “health pre-school”.
Questo asilo infatti si distingue perché si focalizza su salute e benessere a tutti i livelli. Da quello che si mangia (spesso coltivato dai bambini stessi) a quello che si vede.
L’atmosfera interna è infatti studiata in modo da creare un ambiente confortevole, stimolante e invitante con colori e luci soft, materiali morbidi e naturali.
Anche i nomi delle diverse zone sono scelti ad hoc: "armonia", "gioia" ,"felicità".
L’edificio, sempre costruito coinvolgendo tutti quanti, è composto infatti da tre corpi che si incontrano in uno spazio centrale chiamato “il cuore".
Gli edifici, costruiti con criteri ecologici e sostenibili, si sviluppano su uno o due piani con bellissime facciate in cedro e tetti ricoperti di sedum.
photo credit Förskolan Högkullen
In tempi in cui l'outdoor è un'alternativa alla norma ma al tempo stesso una soluzione pratica a nuove norme di sicurezza, esempi come questo scandinavo, potrebbero stimolare una preziosa integrazione e cambio di mentalità.
Qui la proposta è comunale, integrando le competenze e le necessità di tutti, bambini inclusi. La natura è protagonista necessaria, parte integrante del luogo e risorsa preziosa per tutti.
Il nostro clima mite e le zone spopolate delle campagne o delle periferie potrebbero offrire un importante punto di partenza per analoghi esperimenti anche in Italia? Senza necessariamente dover sperare nella lungimiranza dei privati, ma sperando in quella delle amministrazioni?
photo credit Förskolan Högkullen
Se avete realtà comunali da segnalare o lasciare la vostra testimonianza potete scriverci a:
lemme.redazione@gmail.com
testimonianze di
Sara @lanaturachevorrei
Mamma di Lucilla, autrice e fotografa de @lanaturachevorrei, unisce da tempo la passione per la natura all'organizzazione di eventi e propone piccoli laboratori per grandi e piccoli. Tramite i suoi profili trovate anche le sue dispense, in cartaceo e pdf.
Vive e lavora in Liguria ma da sempre ama la montagna, dove va appena può.
Suzana Abrahamsson @terraterra.co
Insegnante creativa & cuoca contadina tra Svezia e Italia www.terraterra.co
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