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Cartoline a LemmeLemme / L'asinella

di



Premessa necessaria

In un momento delicato e atipico nel quale siamo sommersi da informazioni ed emozioni, l'intuizione continua a suggerirci che se non ritorniamo alla natura/naturalezza delle cose ci allontaneremo comunque sempre più dalla nostra verità più umana.

Ma cosa significa esattamente "tornare alla natura" se abbiamo perso l'abitudine alla sua voce lenta, ai suoi ritmi e alle sue luci?

Ci dicono dobbiamo ripartire dalla natura. Allora coltiviamo i nostri terrazzi in città, pubblichiamo foto di pane fatto in casa, rallentiamo i ritmi con la mente rapita dalla preoccupazione, come in una vacanza con l'ombra lunga del pericolo.


Il denominatore comune è il timore, dimenticando che il nostro linguaggio comune lo abbiamo già, come un codice scritto.

E' un codice tremendamente elementare, che gradualmente è andato camuffato, poi perso.

Le orecchie sono stanche in questo periodo e stufe di ascoltare e dubitare, verificare, capire, interrogarsi.

Gli occhi saturi di immagini, della patina di storytelling che filtra tutti i racconti bucolici rendendoli spot e i racconti attuali rendendoli horror.

Si spendono tante parole in nome di una semplicità di vita che arriva sempre con la sua interpretazione e a volte pesa, con una sua morale.


Questa settimana abbiamo avuto modo di riflettere sull'identità del nostro piccolo progetto editoriale, su quello che sentiamo di voler portare più di altro.

Condividiamo con voi l'apertura della più semplice e al tempo stesso sperimentale delle nostre rubriche. Saremo felici di raccogliere le vostre impressioni.


Cartoline a LemmeLemme -

il progetto


Iniziamo una raccolta di Cartoline.

Lanciamo una call per tutti i lettori lì fuori per raccogliere istantanee di natura come quella con cui apriamo oggi.

Le Cartoline che stiamo raccogliendo e scrivendo come Collettivo si sommeranno alle vostre, in un coro del quale intuiamo il senso e la necessità.


Procediamo liberi da retorica, in favole senza morale.

Disposti ad accoglierne la narrativa elementare?

Senza patina, vorremmo portare sempre più semplicità, intesa come spontaneità.

Ancora capaci di riconoscerla?

Lasciamo al lettore le interpretazioni personali e non, se le riterrà dovute.


Le Cartoline possono essere conservate, appese al frigorifero, messe nel portafogli come promemoria. Potete accenderci un cero davanti, appoggiarle sul comodino della mente, usarle come segnalibro, spedirle a un amico, collezionarle tutte, usarle come pretesto per voli di mente, tenerle come ricordo di luoghi del cuore.

Consigliamo di condividere i racconti con i bambini e di spedirci se vorrete i loro disegni!


trovate a fondo pagina le indicazioni per partecipare alla Call

Cartoline a LemmeLemme



Cartolina di primavera

L'Asinella


Testimonianza raccolta da




Il mio vecchio papà è un giornalista innamorato di Bergamo e delle sue storie.

Ci scriviamo lunghe mail tutti i giorni parlando solo di cose belle e di novità che la natura ci porta. Mio papà ha un amico in Valle Imagna, il signor Antonio, uomo dal bel faccione simpatico e dal cervello molto fino.

Antonio e il suo giovane figlio gestiscono una stalla con mucche e asinelli in alta valle.

Il mio papà ha tanti amici speciali e Antonio risulta tra questi.

Ecco quello che scrive Antonio il primo maggio.


IL PICCOLO SOMARELLO

NATO GIÀ CON LE ORECCHIE LUNGHE


Cleopatra ha dato alla luce una bella ciuchina. È incominciata una nuova vita.

Stanno tutti bene, tanto la mamma, quanto il "pargolo".

Non servono parole leziose per esprimere il nostro stupore di fronte alla venuta al mondo del somarello, quando la natura, seguendo le proprie regole, ha già provveduto senza riserve alla rigenerazione del suo sistema vitale.


Le ha trovate, l’una accanto all’altra - l'asinello con la sua mamma - ieri mattina Roberto, che nelle ultime settimane stava monitorando la situazione, giorno dopo giorno.

Come previsto, il somarello è nato pochi giorni dopo che "s’è fàcc la lüna", stimolato ad affacciarsi alla vita dalle forze cosmiche. Ecco un altro grande mistero.

Nei giorni precedenti Cleopatra aveva manifestato tutti i segni premonitori circa l’imminenza del parto: l’ingrossamento delle mammelle, l’inarcamento della schiena, la maggiore irritabilità. La pancia si era già gonfiata a dismisura.


Ha probabilmente partorito la notte stessa, o tuttalpiù il tardo pomeriggio del giorno precedente. Non in un posto qualsiasi, ma nel luogo più lontano da sguardi indiscreti, anche isolato, del "löch delle Patèrne", in prossimità del riparo sotto-roccia a sinistra del canale di scorrimento dell’acqua della piccola cascatella soprastante.

In quel sito appartato i due somarelli, Pino e Cleopatra, compagni di pascolo, erano soliti rifugiarsi, insieme al gregge di pecore, la notte e durante le intemperie.

Non ha ancora un nome proprio la giovane ciuchina, nata già con le orecchie lunghe e il musetto con una striatura di pelo chiaro sulla fronte.

Glielo assegnerà più avanti Francesco, quando verrà registrata all’anagrafe asinina.

D’ora in poi il piccolo quadrupede vivrà assieme a Cleopatra, che lo allatterà anche sette o otto mesi, sino allo svezzamento definitivo, quando la sua alimentazione sarà sostituita esclusivamente da erba, paglia e fieno.

Domani andrò probabilmente a far loro visita, portando a Cleopatra, quale premio post-partum, una dose supplementare di pane raffermo, di cui va ghiotta.






Cartoline a LemmeLemme //

Potete mandare le vostre testimonianze di Cartolina alla nostra mail

leggeremo tutto e pubblicheremo!

Possono essere inclusi al testo della Cartolina fotografie, disegni, immagini.

Potete taggare le vostre Cartoline con #cartolinealemmelemme sui social.











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