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Elemento Primaverile

di


Elemento Primavera


Se fosse un momento del giorno sarebbe il mattino, quando l'alba ormai è passata, l'erba inizia a scaldarsi e si aprono le finestre senza indugio anche nelle case di montagna.

L'ora d'inizio dell'attività, la campanella che suona, la vetrina che apre al pubblico.

Il corpo elimina gli accumuli invernali, cerca un nuovo equilibrio per il risveglio.

(Nota: trovate introduzione e riassunto dello studio dei temperamenti a fondo pagina)


Nella tradizione cinese, alla primavera è legata l'Aria, il clima ventoso e fresco, portatore di un'energia di rinascita. L'elemento secondo il Feng-Shui, il legno, il colore, il verde.

Il gusto collegato, l'agro.

Organo collegato per eccellenza è il fegato, sede di collera ed emozioni forti ("fegatoso","verde dalla rabbia").


Dato che nella nostra ricerca procediamo per stagione e non per temperamento, è interessante non affidarsi unicamente al binomio primaverile-sanguigno, ma guardare le diverse sfumature nelle diverse letture e studi, ovvero "dove troviamo la stagione primavera negli studi su temperamenti e costituzioni e come viene descritta".


Ad esempio, nella letteratura che collega il lavoro sui temperamenti di Rudolph Steiner alle stagioni e alle feste dell'anno*, la correlazione più forte per il periodo primaverile è di nuovo leggermente diversa da quella della cultura cinese, come era già accaduto per l'inverno (si veda qui).

L'elemento è l'Acqua: l'elemento linfatico e ghiandolare dell'individuo.

Il primo pascolo primaverile ricco e umido, le prime piogge, un ritratto più morbido e calmo della rinascita stagionale, legato alla digestione, con un carattere dominante flemmatico.

È curioso osservare come gli elementi che avevamo trovato nella simbologia dell'inverno della tradizione cinese siano ora proposti da questa lettura nell'antroposofia: linfa, flemma, umidità ed elemento liquido.


*Emma Graf, Temperamenti umani e nutrizione - Natura e Cultura Editrice

(troveremo aria, collera ed elementi più "passionali" e accesi nei testi di Graf collegati all'estate, alla quale collega il temperamento sanguigno)


Un elemento comune, però, è dato dall'importanza attribuita al Fegato, come nella tradizione cinese.

Per Steiner il fegato è collegato all'elemento liquido, in quanto assorbe le correnti biliari e linfatiche, con una potente forza rigenerativa.

La base emerge quindi comune: fegato come sede di elaborazione vitale, primavera come luogo di trasformazione di forti emozioni; da un lato ancora rappresentata in una fase uterina e morbida, dall'altro più aerea e appassionata.


Per Ippocrate primavera era cuore, con il sentimento collegato di desiderio, sentimento volubile e bruciante degli amanti; il colore, il rosso.

In Aristotele, Galeno, Ippocrate e nei più antichi studi che tratteggiarono il temperamento sanguigno, collegato per antonomasia alla primavera, troviamo l'importanza del sistema circolatorio, nervoso e respiratorio.



Numerose assonanze ed elementi "primaverili" nell'ayurveda sono nel Dosha Vata, per tradizione individuato con gli elementi secco, freddo, leggero, mobile, irregolare.

Vata nella tradizione medica indiana è il principio di movimento e comunicazione: flussi e circolazione all'interno dell'organismo, diaframma, muscoli.

La costituzione Vata comprende Spazio e Vento, dominato dall'elemento aereo.


Vata anima gli altri dosha, come il vento porta le nuvole

(cit. letteratura ayurvedica)


Come negli studi antichi sul temperamento sanguigno, troviamo un metabolismo veloce, buone funzionalità vitali, creatività (se in equilibrio) oppure tendenza ad eccessi o incostanza (se in disequilibrio).


Il temperamento sanguigno, con la sua natura volubile, artistica e infantile è per molti il riferimento perfetto per la stagione della Pasqua e del germoglio che emerge dal terreno o dal ramo per fiorire.

La descrizione "stagionale" che però a mio avviso è la più calzante con questo temperamento (e forse anche con la primavera stessa, visti i numerosi cambiamenti climatici) è "nessuna stagione, tutte le stagioni", caratteristica tra l'altro spesso correlata alle mezze stagioni, che pur con caratteristiche fisse, sorprendono per variabilità e imprevedibilità. Pensiamo alla neve di primavera, al passaggio tra stagioni brusco e inaspettato, al cambio di stagione come momento di rivoluzione e profonda vulnerabilità.


Settimane fa il nostro libraio Stefano citava nel suo bell'articolo (lo trovate qui) questa frase dal Walden di Thoreau:

“tutti i fenomeni naturali di un intero anno si verificano quotidianamente in un lago”

Ed ecco la volubile forza e la vulnerabilità del temperamento sanguigno e della primavera, quale altra stagione dopotutto sa imitare tanto bene tutte le altre?


"However, despite the fact that enjoys leading and being in control, the sanguine is actually the most adaptive of the four temperaments and can sometimes have chameleon-like-traits.

Because of this, if one meets a sanguine and does not know them well, one could be fooled into thinking is a melancholic, plegmatic, or choleric person.

Depending on what season the sanguine is in that day, depending on with whom he is speaking and depending on the envirorment, he could exhibit traits from any one of the four temperaments."


-"Per quanto gli piaccia essere leader ed avere il controllo, il soggetto sanguigno è in realtà il più adattabile dei quattro temperamenti e può avere tratti camaleontici.

Proprio per questo, se qualcuno incontra il tipo sanguigno e non lo conosce bene, può confondersi e pensare sia un tipo più malinconico, flemmatico o collerico.

In base alla stagione nella quale il sanguigno si trova immerso quel giorno, con chi sta parlando e all'ambiente circostante, può mostrare i tratti di ognuno dei quattro temperamenti." -

(Kristie Karima Burns, MH, ND /

The Temperaments and the Adult-Child Relationship - The Avicenna Institute)


Emerge un elemento primaverile mobile e adattabile, come il vento del cambiamento.

Multiforme e resiliente come un fiore di tarassaco, che nel suo piccolo incarna una breve ode alle quattro stagioni: inizia per primo con foglie verdissime, concentrato di vitamina e potenziale; sboccia di un giallo intenso solare e inequivocabile; si richiude puntuale e amaro per poi sorprendere con un'ultima fioritura soffice e corta, un saluto che si trasforma in una immaginaria neve sotto i soffi divertiti dei bambini.


Siamo abitanti di un mondo in primavera, dove per primavera si intende la resilienza e la forza tipica della gioventù, con tutte le debolezze e le fragilità di un giardino in fiore.

Come un giardino in primavera, la fioritura dipenderà dalla mano del giardiniere, dal clima più o meno clemente, dal vento più o meno forte, dall'equilibrio mantenuto da animali ed elementi.

Potrà esserci una fioritura ordinata e perfetta, dipendente dalla cura del suo guardiano e protetta da muri e tettoie. Oppure una fioritura più selvaggia e anarchica, quella dei vecchi giardini di case abbandonate, fatta di macchie verdi in miracoloso equilibrio tra loro.

Siamo ospiti di una terra in fiore, che continua il suo ciclo, modificando e alterando, ma sempre continuando; mai come in primavera è evidente il senso di continuità e ciclicità.

Siamo giardinieri di corpi in fiore, sia che ci lasciamo abitare da infestanti sia che potiamo con regolarità le nostre siepi all'inglese del cuore; mai come nel fiorire delle nostre funzioni è evidente la ciclicità del nostro essere umani *.


(*Nota: nell'ayurveda il dosha Vata è responsabile dell'eliminazione dei prodotti di scarto della digestione, delle mestruazioni e del parto)



Temperamenti - Elementi - Stagioni


Se mi baci sulla bocca piango,

ed è inverno

se mi baci sul collo rido,

è primavera

Mi baci sul seno e sospiro,

è estate

poi mi baci il ventre e socchiudo gli occhi,

è autunno


Lo studio dei temperamenti umani risale all'epoca dell'antica Grecia, lo dobbiamo a Galeno (129 - 201) e a Ippocrate (460 - 375 A.C.) con la sua teoria degli umori (i 4 liquidi che governavano il funzionamento umano: linfa, bile nera, bile gialla e sangue) ed è legata all'osservazione dei quattro elementi: terra, acqua, aria, fuoco.

Paracelso (1493-1541) unisce poi al carattere scientifico una visione spirituale, per arrivare poi agli studi di Goethe e Shiller (teoria dei colori e dei temperamenti) che ispira, insieme alle basi provenienti dal mondo greco-romano, Rudolph Steiner nella formulazione delle basi dell'antroposofia.

L'antroposofia di Steiner, con continui e forti collegamenti al mondo cristiano, individua quattro temperamenti:

malinconico, flemmatico, sanguigno, collerico

Quattro temperamenti, quattro organi (dove per gli antichi c'erano quattro umori), quattro elementi (perfettamente in linea con teoria dei quattro elementi occidentale).


Precedente è la visione della medicina tradizionale cinese. Anche qui l'esigenza comune è quella di trovare analogie e collegamenti per individuare tipologie fisiche e caratteriali della persona. Qui i tipi individuati sono cinque, uno per stagione (in Cina va ricordato che è riconosciuta una quinta stagione, alla fine dell'estate), uno per elemento (non più la concezione quaternaria occidentale ma terra, fuoco, legno, acqua, metallo secondo i principi del Feng Shui).


Anche nella tradizione indiana ritroviamo la stessa esigenza di individuare delle nature costituzionali con i tre Dosha dell'ayurveda: Vata, Pitta, Kapha. Anche qui 5 elementi, che combinati guidano i dosha senza rappresentarli in modo univoco come nelle altre tradizioni:

Etere e Aria per Vata

Terra e Acqua per Kapha

Fuoco e Acqua per Pitta


Le diverse tradizioni mediche hanno spesso punti d'incontro. Le intuizioni di Steiner, che ritrovano moltissime correlazioni con le tradizioni e i simboli cristiani, hanno ad esempio dei punti d'incontro con i più complessi e antichi studi della medicina tradizionale cinese. In un'era contemporanea che vede un rifiorire di scuole ad ispirazione Steineriana (pedagogia waldorf), non ci sono moltissime letture e studi che incrocino i moderni saperi della tradizione cinese e l'antroposofia in cerca di punti d'incontro ed evoluzione.


Per quanto sia una scienza "debole" (priva dei fondamenti scientifici e dei riconoscimenti della medicina cinese che già da tempo ha trovato una comunicazione con la medicina occidentale classica), nella nostra cultura occidentale, dove siamo stati abituati a distinguere e ricercare nature costituzionali (al di fuori della genetica), indole personale e carattere tramite le ormai inflazionatissime (e perlopiù imprecise) informazioni date dall'astrologia, la teoria dei temperamenti è di fatto l'unica "scienza" sul tema occidentale di nascita, con radici profonde sia nella storia greco romana (origine della nostra cultura e tradizione) sia in quella cristiana che ancora domina nel nostro mondo "laico".

In una modernità in evoluzione, si confida che la predisposizione alla comunicazione sia sempre maggiore. Sia da parte della scienza tradizionale nei confronti di saperi e intuizioni che poggiano le basi nei suoi stessi luoghi (usando quindi riferimenti, cibi, tradizioni e un linguaggio comuni), che da parte dell'antroposofia nei confronti di saperi a lei precedenti e di quei punti d'incontro che lasciano intuire un terreno di lavoro comune.


Ci divertiremo stagione per stagione, in modo amatoriale e senz'altro più intuitivo che scientifico, a tracciare quelle linee tra i punti in comune che emergono tra le righe delle letture. Ci fermeremo a raccontare quelle analogie e differenze che intercorrono tra i diversi studi, nati tutti con lo stesso principio motore di fondo: individuare tipologie che ci guidino all'armonia (fisica, mentale, spirituale) e creare legami tra uomo ed elementi naturali.

A ognuno la libertà di trovare e indagare la sua "scuola" di pensiero affine, di dare fiducia o meno a un "metodo". Sempre, ci auguriamo, con l'animo critico e attento che mette in dubbio gli assolutismi, pronto a riconoscere i punti di risonanza con la propria esperienza, aperto a considerare il pensiero altrui e approfondirlo per curiosità.
















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