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L'età della regina / la difficile arte del triage esistenziale

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“Chi si accontenta gode così così” canta Ligabue.

E ci sono periodi dell'anno e della vita in cui ha senz'altro ragione.

Offrirci il permesso di espanderci, andare a prenderci quello che ci appartiene, impegnarci per coltivare nuovi terreni... si tratta di energie fantastiche, che l'educazione di genere tende a negare all'”altra metà del cielo”.


C'è una rivendicazione legittima delle donne a starsene finalmente in piena luce, ad abitare senza remore la fase crescente dei cicli: ormonali, esistenziali, stagionali.

Spetterebbe agli XY, in questo momento storico, farsi carico della decrescita, del passo indietro, del quanto basta.

Anche per questo, forse, oltre che per un diffuso misconoscimento culturale delle fasi di ritiro, il premestruo e l'autunno sono spesso difficili da accogliere. Eppure è qui che la tua Regina interiore costruisce il suo trono. È qui che si allena la leadership.


Dal punto di vista della salute ciclica l'autunno interiore è dominato dal progesterone. Questo ormone “dell'annidamento” è strettamente collegato al primo chakra.

Ti impone di prenderti cura delle tue radici, di fare loro spazio estirpando le erbacce che le soffocano. Bilancia l'esuberanza degli estrogeni, che ti rendono aperta e disponibile, e ti fa spostare lo sguardo verso l'interno.

Come è messo il tuo nido?

È solido, spazioso a sufficienza, confortevole, ti ci senti al sicuro?


Questa fase “equinoziale” del ciclo ormonale ti chiede di sederti sul tuo trono.

La Regina non viene raffigurata mentre corre in giro come una trottola!

Magari è un trono sontuoso. Magari è lo sgabello di Cenerentola… in ogni caso è fermandoti lì che puoi emettere le tue sentenze di vita e di morte. Non puoi farti carico di tutto. Hai bisogno di scegliere. Da questa posizione comprendi se ci sono invasori da respingere, ferite da guarire, postulanti da ascoltare. 



Illustrazione di Francesca Capellini per il calendario Periodisnormal / LemmeLemme 2020

Tutti i personaggi della tua vita interiore, nel momento in cui ti fermi, si mettono a tirarti per il mantello chiedendo attenzione. E qui entra in scena la regalità della faccenda.

Altolà: fermatevi a debita distanza e portate rispetto. Tu puoi avvicinarti. Tu no. Questo va bene. Questo no. 


La mia nonna, che era una donna terribile, quando i suoi numerosi figli si contendevano la sua attenzione diceva in dialetto “baséme la pedana” (baciatemi il lembo della veste). Un modo imperioso (ed elegante) per dire: uno alla volta, con calma. 


Ecco. Mi sembra sia questo il potente cuore di questa stagione ormonale. L'arte del discernimento: scegliere separando, come la Baba Yaga imponeva a Vassilissa. Nella celebre fiaba la protagonista non sa proprio come farlo: i semi di papavero sono mescolati alla sporcizia sul pavimento ed è impossibile distinguerli senza un aiuto “magico”. Che però c'è. La fiducia nella parte non razionale, nell'intuito, nel sentire profondo, nella parte che sa senza saperlo e che è stata tanto accuratamente educata a non disturbare. 


Ecco la mia proposta per l'autunno (dentro e fuori):

indossa qualcosa di rosso, mettiti comoda, esercita il potere del “no”, ovvero la faccia sconveniente del “sì” che dici a te stessa. E goditi il “tempo del canto”, come i celti chiamavano questo periodo dell'anno.



Buon autunno alle donne che hanno occasione di sperimentare nei loro corpi questa stagione, dentro e fuori.

Buon autunno a tutt@ coloro che desiderino sperimentare e ascoltare la loro parte più femminile.















Per sapere di più dell'autrice, del progetto Stagioni al femminile e trovare i precedenti articoli leggete qui

















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